Tra i territori vitivinicoli nel mondo che hanno maggiormente sfruttato l’opportunità del turismo enogastronomico ne mancava decisamente uno: la Moldova. Gli ingredienti necessari per essere tra i territori del vino da esplorare ci sono tutti; qui storia e luoghi si mescolano alla perfezione.
Aver dato dignità alla parola enoturismo, con la “Wine Tourism Global Conference” della “World Tourism Organization”, fa guardare alla viticoltura moldava, o meglio al turismo ad esso legato, con un occhio differente e finalmente positivo.
L’enoturismo è un settore che non conosce certamente stagionalità, ma solo opportunità: per la Moldova è un segnale importante, soprattutto per un settore, quello del vino, che rappresenta da solo il maggiore bacino di forza lavoro per l’intera popolazione.
Sebbene l’enoturismo abbia prodotto negli ultimi anni risultati apprezzabili, grazie agli investimenti e alla volontà di andare avanti in un contesto economico non certo favorevole, il settore non ha mai realmente spiccato il volo.
Negli ultimi tempi però le cose stanno cambiando: l’enoturismo è un’occasione preziosa per la promozione, l’occupazione, l’economia, la tutela dell’ambiente e la Moldova può finalmente guardare al futuro nonostante il peso gravoso del recente passato.
Quello dell’enoturismo è un tipo di viaggio che non si lega alla stagionalità: non necessariamente a quella estiva e questo è un altro grande punto di forza. Il periodo migliore per una vacanza enoturistica in Moldova? L’autunno, subito dopo la vendemmia e nel mese di ottobre, non fosse altro per assistere alla straordinaria “Giornata Nazionale del Vino”.
Parleremo più approfonditamente delle cantine successivamente: qui vi diamo solo una veloce panoramica di quelle che sono le cantine al momento visitabili.
Le cantine “storiche” restano, soprattutto tra gli stranieri, la meta preferita: “Cricova” e “Milestii Mici” rappresentano biglietti da visita della Moldova, quelle che, più di ogni altra cosa, ci fanno capire che il termine cantina qui ha un significato diverso da quello a cui normalmente siamo abituati. Da cave di pietra a cantine più popolari della Moldova, denominate “città sotterranee” del vino, si snodano in labirinti interminabili di gallerie.
Sulla falsariga, ci sono anche Branești, nelle vicinanze di Orhei Vechi, una zona paesaggisticamente tra le più belle della Moldova, e Château Cojuşna.
In questo panorama non possiamo certo dimenticare Purcari, poco distante dal Mar Nero, cantina “storica per eccellenza”, non fosse altro che per la sua data di nascita, 1827: qui, è possibile sperimentare l'atmosfera di calma e lusso e scoprire i segreti più intimi della creazione dei leggendari vini di Purcari, immersi in un clima quasi da campagna francese.
Un cambio di direzione a livello di tipologia è dovuto a Château Vartely, azienda moderna, concetto nuovo di vineria, a cui fa da sfondo il proprio complesso turistico, nel profondo rispetto delle tradizioni e di un'autentica cultura del consumo del vino.
Un’evoluzione più spinta di questo concetto è rappresentato da Castel Mimi, vero gioiello architettonico, senza dubbio il più ambizioso progetto di restauro nel settore vitivinicolo della Moldova, dove lusso e vino sono protagonisti.
La Moldova, ad ogni modo, non ha mai perso lo stretto legame con l’agricoltura e la semplicità della vita contadina e nell’agriturismo sta trovando nuove possibilità di rilancio: in questo senso Asconi, Kara Gani ed Et Cetera vi introducono al carattere “unico” della campagna moldava.
Per terminare, due tappe d’obbligo per quanto riguarda brandy e distillati: Barza Albă, a Bălți nel nord della Moldova e Kvint in Transinistria, un motivo in più per visitare territori sconosciuti a molti.