Enogastronomia23 ottobre 2018

Chi ha detto che non ci sono i “tartufi” in Moldova?

Analisi (amatoriale) degli ambienti di crescita dei tartufi nel territorio moldavo

Chi ha detto che non ci sono i “tartufi” in Moldova?

Tra i prodotti naturali più ambiti nel mondo, in assoluto, c’è il tartufo: questo fungo ipogeo (sotterraneo) ha affascinato l’uomo fin dall’antichità, tanto da stimolarlo a studiarne le particolarità del ciclo vitale, i particolari habitat di crescita, i componenti volatili del profumo, l’utilizzo nell’arte culinaria e le tanto decantate proprietà afrodisiache.

Tanto raro quanto profumato, il tartufo è capace di scatenare una vera e propria “corsa all’oro”, in senso non solo metaforico visto il suo valore monetario. Per questo motivo coltivare tartufi è diventato per molti imprenditori agricoli una buona occasione per diversificare le colture e avere ottimi guadagni.

I tartufi sono funghi sotterranei che vivono in simbiosi con alcune piante. Ogni tipo di tartufo predilige un certo tipo di pianta ed un certo tipo di terreno. Un fattore che accomuna però ogni terreno predisposto alla nascita dei tartufi è la presenza di calcio in abbondanza: il carbonato è un elemento chiave, essenziale per raggiungere la qualità riconosciuta delle produzioni.

In generale i tartufi si sviluppano in terreni molto calcarei, ben areati e senza ristagni. La sua presenza in un determinato territorio è diventata in generale un indicatore di qualità ambientale e di sviluppo economico.

Ma questo particolare fungo è imprevedibile: può nascere ovunque si trovi l’apparato radicale di un albero ad esso congeniale: non ama tuttavia il bosco fitto e ombroso, e si lega bene ad alberi isolati o lungo i corsi d’acqua.

Esistono diverse specie di piante con cui il tartufo può entrare in simbiosi: alberi isolati di pioppi, querce e tigli, salice, nocciolo, roverella, farnia.

Fino a poco tempo fa si pensava che il tartufo non potesse crescere nei boschi moldavi: questa falsa idea scaturiva, in realtà, dalla carenza o assenza di scritti scientifici e divulgativi sul delizioso fungo ipogeo.

Gli addetti ai lavori sanno che i tartufi, viceversa, sono presenti in Moldova anche se non è sviluppata la loro “cultura”: di fatto, tartufi e funghi potrebbero rappresentare elementi di attrazione turistica per lo sviluppo futuro di questi territori. Il danno derivante dalla scarsa conoscenza (o da una scarsa cultura specifica) del tartufo ha prodotto effetti negativi e ha fatto venir meno le condizioni necessarie per un’adeguata ricerca di una così importante risorsa naturale.

La nostra indagine preliminare (amatoriale) ha preso in esame alcune zone potenzialmente vocate in Moldova, limitrofe ad alcune riserve naturali quali la “Rezervația Naturală Codru”, la “Rezervația Naturală Pădurea Domnească” e la “Rezervația Naturală Plaiul Fagului”, ed altre aree della regione centrale e meridionale (zone umide).

Questi territori presentano zone di notevole interesse naturalistico e paesaggistico, per la presenza di formazioni boschive abbastanza integre. Il paesaggio colpisce per le basse colline e i suoi ampi spazi naturali: abbiamo esaminato alcune piccole microzone boschive particolarmente pregiate costituite da querce e faggi, ma anche aree occupate da salici, pioppi e carpini.

La ricerca si è conclusa con il ritrovamento di tartufi della varietà Tuber aestivum e Tuber aestivum (Uncinatum): il nome della specie deriva dall’aggettivo latino aestivum e ne indica la principale stagione di maturazione. Il primo è chiamato comunemente scorzone o tartufo nero estivo: lo abbiamo trovato in simbiosi con la roverella e con il carpino; il secondo invece viene denominato tartufo uncinato o scorzone autunnale, proprio dalla terminazione ad “uncino”: in simbiosi con il faggio, è molto simile al tartufo estivo, tanto da essere considerato da molti studiosi una sua variante.

Dal punto di vista economico, i tartufi trovati, a causa della loro abbondanza in natura, sono considerati mediamente pregiati ma con prezzo variabile in dipendenza della pezzatura.

Carlo Policano

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