Tradizioni e cultura01 marzo 2019

Mărțișor, una tradizione che non invecchia

Un filo rosso e bianco che simboleggia l’inizio della Primavera e la rinascita della natura tra allegorie e folclore

Mărțișor, una tradizione che non invecchia

Dal dicembre 2017, il Mărțișor è entrato a far parte del Patrimonio Culturale Orale e Immateriale dell’Umanità (UNESCO).

Il dossier è stato presentato dalla Romania insieme ad altri tre paesi: Repubblica di Moldova, Bulgaria e Macedonia, dove esiste questa bella tradizione primaverile, con qualche differenza nella forma ma nello stesso spirito di celebrare la rinascita della natura.

In Moldova (ma anche in Romania, Bulgaria, Macedonia e Grecia) la primavera coincide con l'inizio della primavera meteorologica che è il primo giorno di marzo.

La parola Mărțișor è il diminutivo di Mart, il vecchio nome popolare per marzo (Martie, in romeno moderno), che significa letteralmente "piccolo marzo".

Mărțișor è il nome del filo con un nastro che abitualmente si regala il primo di marzo: dare questo oggetto per le persone è una vecchia abitudine e si ritiene che chi lo indossa sarà forte e sano per l'anno a venire.

Di solito, le donne e gli uomini lo indossano appuntato sui loro vestiti, vicino al cuore, fino all'ultimo giorno del mese di marzo.

Narra una leggenda antica nella Repubblica Moldova, che il primo giorno di marzo la bella Primavera aveva raggiunto i margini della foresta quando notò che, in mezzo ad un cespuglio spinoso posto in una radura, stava sbucando un bellissimo bucaneve.

L’Inverno, vedendo spuntare il fiore, chiamò il Vento e il Gelo per distruggerlo. Il bucaneve rapidamente congelò.

La Primavera, osservando la scena, tolse subito la neve con la mano ferendosi però ad un dito per la presenza del cespuglio spinoso. Una goccia di sangue cadde rapidamente sul fiore facendolo così rinascere.

In questo modo la Primavera sconfisse l’Inverno: proprio per questo i colori del Mărțișor si riferiscono al sangue rosso sulla neve bianca.

Mărțișor ha origine Daco-tracio: nei tempi moderni, il Martisor diviene un simbolo di amicizia, amore, apprezzamento e rispetto.

I Traci, come i romani, festeggiavano la notte di Capodanno il primo di marzo, un mese che prende il nome dal dio Marsia, il cui culto era legato alla terra e alla vegetazione.

Nel folklore Daco-romeno, alle stagioni sono attribuiti colori simbolici: la primavera è rosso, l'estate è verde o giallo, l'autunno è il nero e l'inverno è bianco.

Questo è il motivo per cui si può dire che il filo Mărțișor, in bianco e rosso, è un simbolo di passaggio dal freddo inverno bianco alla sorgente viva, associato con il fuoco e la vita.

Mărțișor è il filo dei giorni dell'anno o della propria vita.

Carlo Policano

Ultime news

venerdì 03 luglio
Casa Mare
Un colțișor al sufletului, în care omul păstrează tot ce este mai nobil și mai scump
lunedì 27 aprile
Pavel Nică e la catastrofe di Chernobyl
Un giornalista moldavo, testimone scomodo del regime comunista sovietico
International editions:   Italiano | English | Russian | Română