Luoghi05 marzo 2019

La Chiesa in legno, senza chiodi

Alle porte di Chişinău, un raro esempio di architettura popolare

La Chiesa in legno, senza chiodi

Che siano cattedrali di città o piccole chiese dei villaggi, la Moldova è sicuramente ricca di edifici sacri, a volte vere e proprie perle di un’architettura popolare, come nel caso delle chiese di legno, nelle quali si respira la storia e la tradizione più autentica di questo piccolo Paese.

Queste strutture rappresentano una vera opportunità per conoscere una Moldova più interna e intima, un’occasione unica per scoprire luoghi in cui fede e arte sono indissolubilmente espressione del fervore religioso e testimoni di una devozione che, nel corso dei secoli, nessuna guerra o scisma è riuscita a estinguere.

Dopo aver superato le porte della città, andando verso l’aeroporto, c'è un'importante destinazione turistica, una chiesa denominata Biserica Veche de Lemn "Adormirea Maicii Domnului", quasi sconosciuta ai moldavi stessi: è una significativa testimonianza di architettura sacra, con una storia curiosa e qualche dettaglio importante, collocata in un parco tenuto come un gioiello, in prossimità del lago del “Muzeul Satului”.

Vera e propria architettura popolare, realizzata interamente in legno, fu costruita nel 1642 da abili artigiani del villaggio di Hirişeni, presso il Monastero di Hârjăuca, utilizzando legno di quercia della zona. Nel 1821 fu trasferita nel comune di Hirişeni, nel distretto di Telenești, utilizzata dagli abitanti del luogo fino al 1928 quando la comunità costruì un’altra chiesa, questa volta in pietra. La chiesa continuò ad essere utilizzata per lungo tempo ma come cappella del cimitero.

All'inizio del XXI secolo, la chiesa era in condizioni deplorevoli, con il tetto crollato, in uno stato avanzato di degrado. Dopo molti anni di trattative, la comunità locale ha deciso di spostare la chiesa sul territorio del Muzeul Satului di Chişinău, dove iniziarono immediatamente i lavori di restauro.

Il ripristino della chiesa portata da Hirişeni è stato condotto sotto la tutela del Museo Nazionale di Etnografia e Storia Naturale, del Ministero della Cultura e dell’Accademia delle Scienze.

Per ricostruirla c’è voluto un lavoro meticoloso, svolto da un team di restauratori sotto la guida di i Eugen Bâzgu e Sergiu Vornicov, architetti delegati a preservare i materiali originali e l'aspetto del manufatto. Il lavoro di ricostruzione della chiesa, indebolita dalla scarsa resistenza di travi e di tavole, è durato due anni: seguendo i principi del restauro, si è riusciti a conservare gran parte delle pareti principali e delle iconostasi. Sul lato esterno si può ancora vedere le vecchie travi evidenziate con numeri per mantenere secondo l'ordine della loro rimozione e del loro montaggio nel nuovo posto.

Questi templi lignei sono dei veri e propri miracoli dell’ingegneria seicentesca: la loro costruzione è realizzata senza l’uso di chiodi. Il chiodo infatti è un simbolo della crocifissione di Cristo. Gli assi, perciò, sono tenuti insieme da un complesso e ingegnoso sistema di incastri che diventano, a loro volta, metafora di sacrificio, penitenza e totale abnegazione.

Alte, snelle, con dei campanili sottili posti all’estremità occidentale della struttura, questi monumenti sono splendide icone, specchi di un tempo oramai passato.

Al di là l’armonia delle proporzioni e della bellezza architettonica, gli elementi caratteristici di questi luoghi di culto sono i tetti coperti di scandole e gli interni decorati con dipinti eseguiti sul legno che raffigurano racconti biblici realizzati con una spiccata generosità di colori, dettagli e sfumature. I pavimenti sono generalmente ricoperti da antichi tappeti moldavi, alcuni dei quali hanno più di cento anni, come quelli presenti in questa struttura, portati dal villaggio di Vălcineţ nel distretto di Călăraşi.

Lo stile di questa chiesa è moldavo, di tipo nordico, e si avvicina alla tradizione delle chiese nel nord della Moldavia romena o in Bucovina, un tempo territori della Repubblica di Moldova.    

Carlo Policano

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