Tradizioni e cultura26 marzo 2019

Icone, l’arte sacra della Moldova

Specchi dell’anima tra preghiera e arte nell'Est Europeo

Icone, l’arte sacra della Moldova

Il termine icona, derivante dal greco classico εἰκών, è traducibile in senso più ampio e più specificamente in “ritratto”.

Il bisogno di rappresentare in immagini l’oggetto della propria fede è da sempre un sentimento che attraversa la vita dei credenti. Da questo bisogno sono scaturite nei secoli le icone, che riproducono su tavola un momento importante della religione cristiana. La tradizione dell’icona nasce intorno al IV secolo, quando la chiesa orientale era ancora in unione con la chiesa occidentale: per questo motivo le icone sono un patrimonio di tutta la cristianità, senza alcuna distinzione, elemento caratteristico dell’arte e della fede.

Il processo pittorico ripercorre le tappe della creazione passando da fondi scuri a colori sempre più luminosi. Le icone sono generalmente dipinte su tavole di legno, a volte anche con una tela, con vari strati di gesso e colla animale, mentre i pigmenti (terre o minerali naturali macinati) sono mescolati con tuorlo d’uovo, diluito con vino o aceto, e stesi sulla superficie bianca.

Il lavoro dell’iconografo (l’autore delle icone) è definito non “pittura di un’icona”, bensì “scrittura di un’icona”: attraverso il suo tratto percorre una verità che ha la stessa importanza e lo stesso valore delle pagine delle Sacre Scritture.

Possiamo distinguere le icone in base al contenuto di fede che esprimono, alla loro provenienza o in base alle festività, come piccoli “promemoria” che ci guidano lungo i momenti più significativi dell’anno.

Sono tanti gli aspetti storici e simbolici legati alle icone sacre, compreso quelli di istruire il popolo sui misteri della fede tramite le immagini: questo strumento era più forte delle parole anche perché nel medioevo erano pochi a saper leggere, mentre le immagini potevano raggiungere il cuore di tutti i fedeli senza alcuna distinzione.

In Moldova esiste un luogo dove possiamo ammirare questi capolavori: è il Museo Nazionale di Arte della Moldova che possiede una delle collezioni europee più importanti di icone a partire dal XVII secolo. Le icone di questo periodo rappresentano un fenomeno speciale di arte religiosa, fortemente influenzato dall'ambiente popolare: il numero di opere religiose nel museo è impressionante, molte icone di questo periodo provengono dalle antiche chiese in legno delle zone rurali della Bessarabia. Una delle più importanti e affascinanti del museo è la "Maica Domnului Hodighitria" del XVI secolo proveniente dalla “Biserica Sfântului Ilie” in Chişinău, distrutta nel 1960 dai sovietici per inesistenti motivi di viabilità. 

Le icone moldave sono le più vicine al nostro modo di concepire l’immagine sacra, con colori più caldi e intensi rispetto a quelli delle altre tradizioni iconografiche, e nell'uso dei criteri di comunicazione, trattati attraverso luci e ombre, che evidenziano le proporzioni delle figure allungate e il carattere dei lineamenti dei visi.

Il supporto è realizzato in legno di pioppo, tiglio, betulla ed ha uno spessore frequentemente più sottile di quello delle icone realizzate in altre aree dell’Europa orientale. Oltre alle icone riprodotte su tavolette di legno, la tradizione romena e moldava si contraddistinguono, a partire dal settecento, anche per bellissimi esemplari di pittura religiosa su vetro, caratterizzate per una particolare luminosità.

La crescente domanda di icone ha avuto come risposta la creazione di laboratori nelle aree rurali: in un tempo relativamente breve, le icone erano presenti sia nei palazzi nobiliari che nelle modeste case dei contadini.

L’elemento laico penetra nelle icone del XIX secolo: questa tendenza si può osservare nell'iconostasi del Monastero di Capriana. Aumenta anche il ruolo e l'importanza del pittore, molte icone recavano infatti la firma dell'autore e l'anno di realizzazione.

Le icone diventano punto di riferimento per la preghiera della famiglia, luogo di richiesta di intercessione quotidiana per la vita propria e dei propri cari: è generalmente accompagnata da un cero o una candela, e in modo più completo dal Libro della Bibbia affiancata da una croce, e viene posta su una parete o in un angolo “ad est” della propria dimora.

Carlo Policano

Ultime news

venerdì 03 luglio
Casa Mare
Un colțișor al sufletului, în care omul păstrează tot ce este mai nobil și mai scump
lunedì 27 aprile
Pavel Nică e la catastrofe di Chernobyl
Un giornalista moldavo, testimone scomodo del regime comunista sovietico
International editions:   Italiano | English | Russian | Română