Tradizioni e cultura07 febbraio 2018

Il Festival di Sanremo: patrimonio musicale condiviso tra l’Italia e l’Est

Quando la tv sovietica iniziò a mandare in onda alcune esibizioni dei cantanti italiani dal palco dell’Ariston

Il Festival di Sanremo: patrimonio musicale condiviso tra l’Italia e l’Est

Ci fu un momento in cui il Festival di Sanremo divenne nei Paesi dell’ex Unione Sovietica un evento atteso come le Olimpiadi, colossale, simbolo di un altro mondo, nonostante l'intellighènzia sovietica avesse sempre guardato con sospetto la cosiddetta musica borghese dovutamente filtrata dai canali dell’Intervisione, una versione in area socialista dell’Eurovisione.

Nessuno ha mai capito quale ingranaggio sia scattato nei meandri della censura comunista, che di solito si spingeva al massimo ad autorizzare i varietà della tv della DDR, trasmessi la notte di Pasqua per trattenere la gente a casa ed evitare che andasse alle cerimonie religiose.

Una decisione che il presidente della Radio Televisione di Stato Sergey Lapin, prese personalmente e addirittura in contrasto con Suslov, l’ideologo numero uno del PCUS. Un festival in differita, probabilmente, sembrò un primo esperimento di apertura meno impegnativo del rock o del pop anglosassoni.

Era il 20 luglio 1984: le televisioni sovietiche iniziarono a trasmettere il Festival di Sanremo, le strade delle città iniziarono improvvisamente a svuotarsi. Era una ventata di novità, una finestra sull’Europa, l’unica sull’Occidente.

Fu così che milioni di cittadini sovietici videro per la prima volta Toto Cutugno, Ricchi e Poveri, Pupo, Riccardo del Turco, Al Bano, Claudio Villa. Il successo fu senza precedenti. Nonostante ciò la censura all'epoca non dormiva affatto e le canzoni scomode furono eliminate: fu ad esempio proibito di ascoltare la canzone “Nina” di Castelnuovo perché parlava di una ragazza che aspettava il suo amore in guerra.

Il trionfo tuttavia fu tale che una valanga di lettere entusiaste sommerse Ostankino, la sede della tv a Mosca ospitata in una delle torri più alte del mondo. Inevitabile la replica: fu trasmessa il 20 settembre, in seconda serata.

Quell’anno le canzoni italiane imperversarono in tutto il mondo sovietico, in tutti i programmi. Un miracolo “italiano … italiano vero’.

Carlo Policano

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