Tradizioni e cultura24 luglio 2018

Moldova: i girasoli guardano solo a Est

Quando Loren e Mastroianni stregarono il mondo dell’Unione Sovietica

Moldova: i girasoli guardano solo a Est

E’ il periodo in cui la Moldova si tinge di giallo: percorrendo una qualsiasi delle sue strade è facile imbattersi in campi sterminati di girasoli, un fiore dal fascino immediato che mette buon’umore.

Se i campi di lavanda della Moldova mi avevano fatto innamorare, questa infinita distesa di girasoli mi ha lasciato letteralmente senza fiato.

Una distesa a perdita d’occhio che sembrava non finire mai, di un giallo così bello da sembrare quasi finto, uno di quelli che colorano le pianure e le colline di questo piccolo lembo di terra moldavo. Uno di quei momenti in cui non riesci a smettere di sorridere, in cui ti accorgi che davvero la felicità è fatta di piccole e semplici cose.

Molti popoli associano il girasole alla fedeltà che rimanda al fatto che il fiore “segue” il sole nel cielo. La mitologia greca ne celebra l’apparente dedizione del fiore al sole nel racconto di una ninfa, Clizia, che si innamorò di Apollo.

La giovane ninfa lo seguiva tutto il giorno mentre lui guidava il suo carro di fuoco per tutto l’arco del cielo. Apollo dapprima fu intenerito da quella devozione, credette di esserne a sua volta innamorato, e decise di sedurla. Ma ben presto si stancò dell’amore di Clizia, rivolgendo altrove le sue attenzioni.

Immobile in mezzo a un campo, Clizia osservava il suo amore attraversare il cielo: lentamente, il suo corpo si irrigidì, trasformandosi in uno stelo sottile ma resistente, i suoi piedi si conficcarono nella terra mentre i suoi capelli diventarono una gialla corolla.

Ai giorni nostri è la scienza a spiegarci il fenomeno: ciò che li fa seguire costantemente il Sole, voltandosi da est a ovest, è il ritmo circadiano, un orologio biologico interno sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte. Quando sono giovani, questo orologio ne guida la crescita. Una volta maturi, i girasoli smettono di seguire il Sole da est a ovest, e guardano solo a est. Il ritmo circadiano agisce anche quando il fiore matura: la crescita rallenta e la pianta smette di muoversi durante il giorno, guardando solo verso est.

Proprio per questa affinità del fiore con il sole, fa sì che al girasole venga associato un significato allegro e spensierato, in grado di infondere gioia e allegria. E’ un simbolo d’amore, quello spesso non ricambiato.

E’ difficile guardare queste distese gialle del suolo moldavo in forte contrasto con il černozëm (suolo nero) senza pensare alle tavolozze di Vincent van Gogh o ai “I girasoli”, il film che tanto piacque al mondo sovietico, diretto da Vittorio De Sica, con Marcello Mastroianni e Sofia Loren, accanto alla star russa Ljudmila Saveljeva. Il film è anche ricordato per essere stato la prima produzione occidentale a essere girata quasi interamente in Unione sovietica, in anni in cui il regime non permetteva che elementi estranei entrassero dentro i suoi confini. 

Negli anni ‘60/70 l'Italia divenne un punto di riferimento culturale per il cinema sovietico. I più importanti artisti dell'epoca erano di casa a Mosca e nelle principali città dell'Urss: famosi, coccolati, vere e proprie star delle pellicole. Fellini, Loren, Cardinale, Mastroianni, Lollobrigida, compreso De Filippo, accolto nei teatri al grido di “Viva Eduardo, viva l'Italia”. Il Neorealismo si era ispirato alle produzioni sovietiche, al Cinema d'Avanguardia, che pure aveva attinto dal Futurismo italiano.

Carlo Policano

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