Tradizioni e cultura08 marzo 2019

Giornata Internazionale della Donna, 8 marzo

Una ricorrenza importantissima che sta perdendo nel tempo parte del suo significato

Giornata Internazionale della Donna, 8 marzo

L’8 marzo è la Giornata Internazionale della Donna, ricorrenza nata per ricordare le lotte, le conquiste sociali, politiche ed economiche, delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze a cui sono tuttora sottoposte in molte parti del mondo.

Si tratta però in parte di una mitologia indotta, un misto di fatti veri e meno veri ricostruiti con fantasia dal movimento sindacale, in piena Guerra Fredda, per dare corpo all’ideologia marxista.

La storia vera infatti è molto più articolata. Migliaia di persone pensano che sia stata scelta in ricordo di un incendio che sarebbe avvenuto nella fabbrica tessile Cotton nel 1908, altri si rifanno ad una altro incendio del 1911 nella Triangle Shirtwaist Factory, entrambi a New York.

In verità, i fatti che hanno realmente portato a questa ricorrenza sono molteplici, legati alla rivendicazione dei diritti delle donne: l'idea di una giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano.

L'anno seguente, la proposta venne raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste, per ricordare a tutti la necessità di lottare per l’emancipazione della donna.

E’ in occasione della conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921) che viene però proposta e approvata un'unica data per le celebrazioni, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle operaie di San Pietroburgo (1917).

La ricorrenza fu istituita quindi nel quadro ideologico e politico che vedeva i paesi comunisti di tutto il mondo uniti per la rivoluzione del proletariato, sotto la guida dell’Unione Sovietica.

Per capirlo bisogna andare alle radici del femminismo, che non nasce dalle lotte del proletariato ma dalle donne del ceto medio, che già dalla metà dell’800 avevano cominciato a mobilitarsi per il diritto di voto.

Quando poi venne fondato il Partito Socialista Internazionale, le sue donne si divisero fra quelle disposte ad allearsi con le femministe “borghesi”, e quelle che invece ritenevano che «il proletariato femminile non può schierarsi col femminismo delle donne borghesi».  In poche parole le donne di sinistra accusavano le borghesi di «non attaccare a fondo l’istituto familiare, luogo privilegiato di oppressione della donna».

Questa divisione può spiegare la ricostruzione dell’8 marzo come iniziativa di protesta per il terribile incendio di New York, il cui taglio anti-americano risultava tanto più efficace quanto più ne rimaneva nascosta la radice sovietica.

Questa versione fu riportata infatti per la prima volta in Italia dal settimanale La Lotta, edito dalla sezione bolognese del Partito Comunista Italiano. Era il 1952 e quell’anno il settore femminile della Cgil distribuì alle sue iscritte una valanga di librettini minuscoli, da attaccare agli abiti insieme a una mimosa. Nel libretto c’era un resoconto dell’incendio di New York.

L’idea di abbinare la mimosa a questa giornata, come fiore simbolo, è italiana: diffusa nelle campagne, poco costosa, tenace e resistente come solo le donne sanno di essere.

Il 1975 è stato definito dalle Nazioni Unite come l'Anno Internazionale delle Donne e l'8 marzo di quell'anno i movimenti femministi di tutto il mondo hanno manifestato per ricordare l'importanza dell'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.

Oggi, purtroppo, molto spesso la ricorrenza è ridotta ad una semplice festa commerciale: in ogni caso essa rappresenta una delle due giornate dedicate ai diritti di genere, insieme alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che cade ogni anno il 25 novembre.

Carlo Policano / Svetlana Moțpan

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