Tradizioni e cultura20 maggio 2025

Il sogno del socialismo architettonico

La città sovietica, fenomeno aperto e poco studiato, frutto di idee, teorie urbanistiche e sociali: dalla straordinaria ricchezza del dibattito degli anni Venti sino alla standardizzazione degli anni Cinquanta e Sessanta.

Il sogno del socialismo architettonico

Davanti a certe architetture è difficile rimanere indifferenti.

La città sovietica, fenomeno poco studiato, è il frutto di diverse idee, teorie sociali e urbanistiche: sospesa tra rivoluzione e propaganda politica, il sogno del socialismo architettonico si sviluppa come un grande modello urbanistico e strutturale di città sino alla standardizzazione degli anni Cinquanta e Sessanta, per arrivare fino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.  

Al di là del giudizio estetico, scopriremo alcuni edifici a Chisinau che rappresentano parte della storia architettonica del “Modernismo Sovietico" e che hanno cambiato il volto urbanistico della città.

Un paesaggio urbano che oggi al viaggiatore si presenta il più delle volte trascurato, quando non decisamente degradato.

Le immagini che, di volta in volta inseriremo, sono pensate anche per denunciare lo stato di incuria, quando non di completo abbandono, in cui versano molti dei palazzi del periodo sovietico.

Un buon motivo per andare a vederli prima che sia troppo tardi.

Nell'immaginario collettivo l’architettura sovietica non occupa certo un ruolo rilevante, non è certo la prima forma d’arte “Made in URSS” a venire in mente agli architetti o agli appassionati d’arte. C’è però uno spaccato tra gli anni ’60 ed ’80 del Novecento in cui nascono delle strane e futuristiche costruzioni, vagamente irriverenti e che sembrano strizzare l’occhio ad una imminente invasione aliena: appaiono come costruzioni folli e assolutamente distanti dagli stereotipi imposti dalla “nomenklatura”.

L’architettura sovietica non è solo un insieme di edifici simbolo dell'epoca. Ma anche una rappresentazione delle idee sociali dei leader che si sono succeduti alla guida del Cremlino. Di ciò sono testimonianza anche le denominazioni delle tipologie architettoniche, derivate dai nomi stessi dei politici: stalinki, khrushchevki, brezhnevki.

Blocchi di cemento, grigi, austeri, uguali. Nell'immaginario occidentale è questa la percezione dell'Unione Sovietica: se questo può essere vero per le politiche, la stessa cosa non venne applicata all'architettura e al design che costituirono un fenomeno estremamente differenziato, complesso e specifico.

Wright, Le Corbusier, Niemeyer, Tange e Aalto furono riferimenti importanti per l'architettura modernista sovietica. 

Dopo la caduta del Muro di Berlino, le cose sono molto cambiate nelle ex-repubbliche sovietiche ma i segni dell’architettura popolare sono ancora lì. Anzi, da allora il modernismo sovietico è diventato quasi mitico, offrendo all’occhio del visitatore, anche a distanza di qualche decennio, una sorta di viaggio nel tempo fino all’era della Guerra Fredda.

Capita, a chi viaggia nei paesi dell’ex Unione Sovietica, di scoprire che l’architettura ha vissuto una stagione tanto delirante quanto, vista oggi, curiosa e interessante, per diventare, in alcuni casi, decisamente sorprendente, considerando anche la crescente attenzione da parte dei viaggiatori per questi edifici.

Cosa, questa, che li rende potenziali mete turistiche e il turismo, anche nei paesi dell’Est, è sempre più ambito.

Carlo Policano

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