Luoghi20 settembre 2019

Il Delta del Danubio, paradiso naturale unico al mondo

Il fiume più internazionale del pianeta: dal cuore dell'Europa al Mar Nero

Il Delta del Danubio, paradiso naturale unico al mondo

Sono dieci gli stati che ospitano il corso del Danubio: paesaggi diversi tra loro, surreali, impregnati di storia. 

Il Danubio è il secondo fiume più lungo d’Europa (dopo il Volga): nasce nella Foresta Nera, in Germania. Nelle fasi iniziali piega a est, bagna l’Austria e costeggia il confine slovacco. Si dirige impetuoso verso sud, attraversa l’Ungheria, segna il confine tra Croazia, Serbia e Montenegro. In seguito rallenta, diventa più ampio e, serpeggiando lungo il confine della Bulgaria, si dirige a nord. Attraversa România, Moldova e alla fine bagna l’Ucraina, nella zona denominata Bugeac (Basarabia vecchia), la zona della foce che il Patto Molotov-Ribbentrop sottrasse all’attuale Moldova.

Nell’immaginario collettivo è “il bel Danubio Blu”, reso celebre dal valzer di Strauss, per l’azzurro delle sue acque nella zona austriaca. Verso la foce, nel Mar Nero, le acque del Danubio si confondono con la terra, col cielo e infine col mare, in un passaggio graduale, pieno di vegetazione, di animali e di riflessi.

La Moldova, tra i paesi interessati dal suo corso, ha la più piccola parte del Danubio: poco dopo essere raggiunto dal fiume Prut dopo Galați, la riva sinistra diventa moldava e il fiume segna il confine con la Romania per 570 metri di lunghezza, vicino a Giurgiulești. La Moldova ebbe inizialmente solo 340 metri di riva ma nel 1999 l'Ucraina cedette, durante uno scambio di territori, altri 230 metri.

Il Delta del Danubio, considerato un paradiso naturale, gode di un triplo stato di protezione internazionale: Riserva della Biosfera, designata dal Comitato UNESCO (grazie al famoso esploratore subacqueo francese Jacques Cousteau), Zona Umida di importanza internazionale, designata dal Segretariato della Convenzione Ramsar e sito del Patrimonio Naturale UNESCO.

Esistono 187 zone strettamente protette in questa che rappresenta la più grande riserva della biosfera d’Europa, un polmone naturale di cui il nostro Pianeta ha sempre più bisogno. Il delta copre un’area di oltre 4.000 km quadrati e forma la zona paludosa più estesa d’Europa. Carico di limo e ampliato da circa 300 affluenti, il fiume dà origine sulle sponde del Mar Nero a un magnifico paesaggio.

Nei pressi della città di Tulcea, nella parte sud-orientale della Romania, si dipartono i tre rami principali del fiume, Chilia, Sulina e San Giorgio, che si gettano nel Mar Nero e si ramificano in molti piccoli canali che alimentano laghi e paludi. Unendosi alla sabbia del mare, il sedimento del fiume crea dune e isole che contribuiscono alla bellezza del territorio.

Foreste di olmi, querce e ontani crescono rigogliose sui diversi banchi di sabbia: è la più grande palude continua in Europa, che comprende la più grande distesa di canneti probabilmente nel mondo.

Un paradiso per il birdwatching: il Delta del Danubio offre l’opportunità di individuare più di 300 specie di uccelli migratori e stanziali, perfetto punto di sosta tra l’equatore e il Polo Nord per milioni di uccelli. E’ il più esteso e meglio conservato delta europeo e continua ad espandersi verso il mare, avanzando di circa 40 metri all’anno.

La regione conserva popoli e culture che ne hanno caratterizzato la storia: dai discendenti degli antichi “lipoveni”, pescatori giunti nel ’700 dalla Russia zarista abbandonata per motivi religiosi ai “greci” del Ponto che si dispersero lungo le sponde del Mar Nero, arrivando sino alla zona del delta o ai “friulani”, emigrati a metà ’800 e sopravvissuti oggi in piccoli paesini come quello di Greci, dove la maggioranza degli abitanti parla l’italiano (o meglio, il friulano).

Possiamo concludere il nostro viaggio proprio qui, in mezzo agli italiani di Greci, che vi racconteranno la loro storia (quasi centenaria), tormentata e tortuosa, proprio come le acque del fiume. E il Danubio, come ha fatto per millenni, continuerà ad ampliare, rinnovare e modificare questo paesaggio dai forti contrasti.

Carlo Policano

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