Luoghi05 novembre 2019

Stolniceni, sulle tracce dei geto-daci

Un insediamento che presenta un mistero ancora da risolvere

Stolniceni, sulle tracce dei geto-daci

A Stolniceni, un villaggio poco distante da Hânceşti c’è un insediamento appartenuto ai Geto-Daci, a forma circolare, un tempo circondato da un alto recinto fatto di tronchi e terra e da fossati di difesa: costruito nel IV-III secolo a.C., era disposto su una superficie di oltre 20 ettari, uno spazio enorme, ad oggi classificato tra le più grandi fortezze antiche scoperte tra Nistru e Prut.

Questo complesso storico-archeologico, nascosto nella foresta di Stolniceni, sulla collina non lontana dal fiume Cogâlnic, pur rappresentando una novità rispetto alle altre fortificazioni geto-daciche scoperte finora, come Sarmisegetuza, Costeşti, Piatra Roşie, Blidarul, presenta un enigma ancora tutto da risolvere.

Il crescente interesse degli archeologi per questo luogo è dovuto all'insolita disposizione dell’insediamento: un recinto fortificato, precedentemente interpretato come una fortezza, ma con scoperte interne che sembrano meno comuni per un insediamento umano di questo tipo.

Le prime ricerche nella fortezza geto-dacica furono fatte nel 1933 da un gruppo di ricercatori dell'Università di Iasi. Negli anni successivi, dopo i primi ritrovamenti, non ci fu un vero e proprio studio sistematico del luogo: a fasi alterne seguirono diverse ricerche (dal 1947 al 1957) senza mai suscitare tuttavia un reale interesse da parte della comunità scientifica, fino al 1996, anno in cui fu fatta una scoperta davvero speciale.

Qui, alcuni abitanti del villaggio trovarono, in una zona vicino alla fortezza, un vaso di terracotta che conteneva al suo interno oltre 50 monete, di 44 dracme emesse nella vicina colonia greca Histria sul Mar Nero e 10 tetradrammi d'argento che risalgono al tempo di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno. Un vero e proprio “tesoro”.

I materiali scoperti all’interno dell’insediamento confermano datazione e appartenenza alla cultura geto-dacica: gli archeologi hanno rinvenuto frammenti di ceramica, vasi di terracotta, oggetti di caccia, punte di freccia, coltelli, fibule, bracciali, e altri oggetti risalenti al IV-III secolo a.C., oltre a numerosi scheletri umani. La maggiore perplessità riguarda proprio il ritrovamento di oltre venti tumuli all'interno dell’area: quale fosse lo scopo delle sepolture in questo spazio chiuso e perché ci fossero solo tombe, e nessun insediamento umano nei dintorni, rimane a tutt’oggi uno dei punti più emblematici da chiarire. 

Gli archeologi hanno scoperto diversi scheletri nel corso degli ultimi decenni: il ritrovamento più interessante e curioso, tuttavia, fu quello di 28 scheletri umani, con i piedi schiacciati, disposti in forma circolare. In alcuni tumuli funerari, si trovano sepolti fino a 15 scheletri umani, in diverse posizioni: la ricerca ha portato alla luce anche dozzine di scheletri sepolti in forme strane, secondo probabili credenze antiche.

Gli specialisti ritengono che questi tumuli potrebbero essere il risultato di una grande battaglia nella zona, o rappresentare un vero e proprio cimitero. Alcuni ricercatori parlano anche della possibilità di seppellire i corpi di alcuni guerrieri caduti nelle battaglie in posti adiacenti agli insediamenti proprio come significato per difendere la città.

L’ipotesi più accreditata è quella di una sepoltura dopo un combattimento, ma potrebbe trattarsi anche di antichi rituali, o di sacrifici dedicati agli dei, alle divinità guerriere, in attesa di una possibile rinascita.  

Diversi oggetti trovati nel sito di Stolniceni si trovano attualmente nel Museo di Storia Nazionale della Moldova (“Muzeul Național de Istorie a Moldovei”).

Stolniceni è un viaggio nel tempo: storie, leggende, enigmi, rappresentano parte di quel fascino ancora tutto da scoprire, ma tale da reggere il confronto con luoghi e insediamenti geto dacici più conosciuti come Sarmisegetuza.

Carlo Policano

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