Tradizioni e cultura11 febbraio 2020

La Moldova e il Patto Molotov Ribbentrop

Il patto e le conseguenze nella nuova fisionomia forzata dei territori

La Moldova e il Patto Molotov Ribbentrop

Il Patto Molotov Ribbentrop ha decisamente influenzato il corso della storia del XX secolo. Per capire l’evoluzione e le successive ricadute dell’accordo sui Paesi che direttamente o indirettamente furono interessati, come la Moldova (Basarabia), è necessario analizzare alcuni aspetti fondamentali che l’hanno determinato.

La seconda guerra mondiale fu il proseguimento della prima: la Germania, perdente e inquieta per l’esito del conflitto, con l’ascesa di Hitler al potere, perseguì obiettivi di espansione territoriale. Sono anni in cui la Germania Nazista, attraverso ingerenze e provocazioni (in un discorso radio, Hitler dichiarava che “i popoli di lingua tedesca non potevano rimanere a lungo separati dal popolo tedesco della Germania”), annette in rapida successione la Saarland (1935), regione della Germania occupata da Regno Unito e Francia, la Renania (1936) e l'Austria (marzo 1938). 

Con l’accordo di Monaco (settembre 1938), Francia e Regno Unito autorizzano la divisione della Cecoslovacchia nell’illusione di placare i desideri di Hitler ed evitare nuove guerre, convinti di indirizzare ancora una volta l’aggressività nazista verso oriente. Vasti territori (Sudeti) vennero annessi allo stato tedesco, anticipando l’occupazione del resto della Cecoslovacchia che avverrà nel marzo del 1939, nella completa indifferenza degli stati europei, se escludiamo l’Unione Sovietica.

In Europa si ha come l’impressione che l’Unione Sovietica non esista, o più in generale che sia meglio parlarne il meno possibile o in termini di scelta: in altri termini per i politici e le classi dirigenti, tra Hitler, “baluardo d’Europa contro il bolscevismo” e Stalin, o tra “nazismo” e “comunismo”, meglio la prima soluzione.

Hitler capisce che non ha ostacoli, c’è il clima propizio per programmare, attraverso provocazioni, agitazioni di piazza, assassini politici o terrorismo, l’occasione giusta per invadere la Polonia. La chiave di tutto è la Città Libera di Danzica, di cui nell'ottobre del 1938 la Germania chiede la cessione. Francia e Regno Unito, disposte finora ad accettare la politica espansionista tedesca diretta contro l’Urss, non tollerano più l’espansionismo tedesco e cominciano a pensare di negoziare con la Polonia, in chiave antinazista. Tra aprile e maggio del 1939 vanno ben oltre e si fa strada l’idea di un accordo con l’URSS. I negoziati andranno avanti sino all’estate ma senza convinzione e nella reciproca sfiducia, visto l’anticomunismo viscerale del premier inglese Chamberlain nel rifiuto di fornire a Stalin qualsiasi garanzia automatica e reciproca.

Stalin ritiene i partner troppo remissivi nei confronti di Hitler e decide che non può più rischiare. In segreto cerca una sorta di avvicinamento con Hitler, in attesa di vedere cosa succede. Nel frattempo a Berlino firma un accordo commerciale il 19 agosto del 1939, proprio mentre erano in corso a Mosca i colloqui con Francia e Inghilterra, in vista di una possibile alleanza antinazista. Hitler è il primo capo politico a chiamare direttamente Stalin.

E’ un momento di grande confusione tra le diplomazie occidentali: ci furono incontri informali tedesco-polacchi, scambi di lettere tra il premier francese e Hitler, contatti tra Londra e Berlino, un tentativo di mediazione di Mussolini che non era ancora pronto per la guerra. Ma nessuno era più in grado di fermare ciò che era stato messo in piedi da tempo.

Il Patto Molotov Ribbentrop fu sottoscritto tra Germania e Unione Sovietica il 23 agosto 1939 a Mosca, preceduto da accordi commerciali e dopo ripetuti tentativi sovietici di stipulare linee di comune difesa con Francia e Regno Unito.

Stalin preferisce accordarsi direttamente con Hitler perché teme che la Germania può rivolgere le sue attenzioni belliche contro l’Unione Sovietica, in un momento in cui ha bisogno di tempo per riuscire a organizzarsi militarmente. Si consideri che l’URSS in quel momento non doveva difendersi soltanto dalla minaccia nazista, ma anche da quella giapponese: nel 1938 il Giappone aveva attaccato la Manciuria e la regione di Vladivostok, e ancora nell’estate del 1939 tentava di sfondare lungo il confine orientale della Repubblica popolare di Mongolia.

L’alleanza tra nazismo e comunismo è l’estremo risultato di una profonda affinità ideologica tra due totalitarismi che se pur contrapposti nelle idee e nei valori, e nel cinismo di entrambe le parti, vogliono raggiungere lo stesso scopo: la conquista e la spartizione del mondo. Nonostante tutto, il risultato sarà la guerra.

Carlo Policano

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