L’espressione “frutti dimenticati” ha una connotazione romantica e un po’ malinconica. In realtà, si tratta di piante che hanno accompagnato per secoli l’alimentazione umana, venendo utilizzate sia per il consumo diretto sia per la preparazione di prodotti cotti o trasformati, da mangiare durante l’inverno.
Quando si parla di “frutti dimenticati” ci si riferisce a piante di antica tradizione, abbandonate a favore di colture più produttive, o meglio adattabili alle logiche industriali. Le ricerche scientifiche e la cultura gastronomica, però, sono concordi nel sostenere il recupero di queste coltivazioni.
Il ciliegio è originario dell’Asia Minore. Si è diffuso nel bacino del Mediterraneo da circa tremila anni. La pianta è stata introdotta dalla Grecia in Italia nel II secolo a.C. dal generale romano Lucullo che diede ordine ai suoi legionari di portare a Roma le “ciliegie dolci”, che hanno gradatamente sostituito le più aspre amarene. Un secolo dopo, le ciliegie avevano già raggiunto le rive del Reno e del Tamigi.
E’ nelle nature morte rinascimentali che si hanno però le prime informazioni di questa straordinaria varietà dai frutti bianchi lucenti e dalla pezzatura media, per merito di Bartolomeo Bimbi, pittore di fiori e frutta alla corte medicea.
La ciliegia bianca è una varietà della ciliegia rossa: il frutto matura a metà giugno, va raccolto con cura in quanto è facilmente danneggiabile e consumato in breve tempo. È ottimo sia fresco che per speciali confetture, dal leggero aroma moscato e gradevole retrogusto amarognolo.
Quasi scomparsa in molti paesi, la ciliegia bianca è presente ancora in Moldova. Tra le molteplici varietà spicca la “Pietroase de Donissen” che si distingue per la ricca produzione, il frutto grande, arrotondato, la polpa sassosa e il succo di ottima qualità.
Quella che comunque merita una citazione a parte è la varietà “Pietroase de Cotnari”, considerata la ciliegia più pregiata delle varietà autoctone. I frutti sono grossi, arrotondati, di colore giallo paglierino, polpa sassosa, antiaderente, ottima per la tavola, marmellate e composte.
Come tutte le altre varietà, i valori nutrizionali sono apprezzabili: ricchi di vitamina, contengono proteine, sali minerali. Hanno inoltre un’azione sedativa, adatte ai diabetici, poco caloriche e diuretiche, oltre ad essere anche toniche, sia fisicamente che mentalmente.