Enogastronomia18 gennaio 2019

Zeama, cibo dell’anima

Ricco di significati, valori e simboli, è uno dei piatti cult della Moldova

Zeama, cibo dell’anima

Ci sono cibi che hanno un valore identitario talmente forte da diventare immagine di un popolo, di una comunità, di un luogo.

Un piatto di spaghetti al pomodoro non è solo un cibo, ma è il simbolo dell’identità culturale di un Paese.

Individuare un gruppo di persone con il cibo che lo caratterizza è un'abitudine antica: lo facevano già i Greci antichi quando si definivano "mangiatori di pane" contrapponendo la propria civiltà agricola a quella dei "barbari" cacciatori.

Consuetudini queste che talvolta sono state usate anche in modo dispregiativo, come nel caso degli emigranti italiani dell'Ottocento quando furono chiamati “macaroni” dai francesi, con una totale identificazione fra il cibo e coloro che lo mangiavano.   

Per i moldavi la zeama de pui non è una semplice zuppa a base di carne di gallina e tagliolini fatti in casa: è un simbolo, indefinibile e intenso, un piatto caldo metafora del dono, dell’amore quotidiano che ha la capacità di consolare, coccolare, rifocillare, in grado di rendere non solo sazi, ma sereni.

La zeama è nostalgia di casa, è saudade, perché mantiene in vita il legame con la cultura di origine, crea un punto di contatto concreto con ciò che in realtà è lontano: è il ponte verso la propria terra, i propri affetti, i propri luoghi.

E’ conforto: mangiare in modo simile al luogo d’origine contribuisce a placare la nostalgia, come se insieme al cibo e alle abitudini alimentari si fossero portati con se anche la casa, l’orto, i familiari, gli amici. Evoca un luogo di memorie, ricordi, storie, persone, relazioni, è quello in grado di dare il conforto massimo, perché protegge e nutre.

E’ un gesto affettuoso anche nelle tragedie: serve a dare quel momento di tranquillità per non pensare, per non piangere e per avere coraggio di affrontare qualsiasi situazione, e cercare di reggere la tensione.

La preparazione, oltre che il consumo della zeama, rafforza i legami con i propri familiari e con gli amici: tradizionalmente, ad esempio, nel giorno seguente al matrimonio ci si riunisce in casa dei genitori dello sposo in una cena festosa, dove sono presenti gli sposi, i parenti, i testimoni e gli amici più cari, per condividere attorno a questa preparazione culinaria, le emozioni dopo il matrimonio, in una cerimonia che la tradizione chiama "la zeamă".

Questo pasto festivo simboleggia l’inizio della vita della coppia e sottolinea il legame con la famiglia e con quanti li sosterranno in questo cammino.

Nelle tradizioni della società contadina di chi viveva nei villaggi era un gesto d’amore che le donne facevano: preparare una pentola d’acqua sul fuoco per il brodo garantiva un nutrimento a basso prezzo, grazie all’utilizzo di verdure (cipolle, carote, pomodori, prezzemolo, peperoni, aneto, levistico), alla gallina e alle sue uova, alla farina per fare i tagliolini, con l'aggiunta del borș acido fatto in casa.

Alla zeama sono riconosciuti sia i piaceri di gola sia le doti curative: è considerato toccasana ai dolori corporei o dell’anima, un buon rimedio contro raffreddori e contro il freddo delle giornate invernali oppure per i postumi di una serata passata con gli amici, calmante di uno stomaco rivoltato.

Possiamo definirlo un “Comfort Food” ovvero un cibo che si assume con il preciso scopo di calmarti o di spegnere sentimenti negativi che non riesci ad accettare.

Per i moldavi, un cibo dell’anima.

Carlo Policano / Svetlana Moțpan

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