I ponti, si sa, rappresentano costruzioni progettate per garantire la comunicazione terrestre su una barriera naturale o artificiale, sicuramente tra le più antiche innovazioni ingegneristiche del genere umano.
Quella che vi raccontiamo è una storia particolare che riguarda una delle prime linee ferroviarie che attraversavano il fiume Prut, confine naturale tra Moldova e Romania, all’altezza della città di Ungheni.
Siamo nel tardo XIX° secolo. In circostanze poco chiare, un'alluvione distrugge il ponte ferroviario di Ungheni sul fiume Prut.
La zona si trova in un punto strategico per l’epoca: da una parte la Romania che con il percorso Iasi-Ungheni-Chişinău cerca di aprire una nuova via di trasporto per l'importante porto centrale di Odessa e dall’altro l'Impero zarista, i cui interessi militari mirano in modo particolare verso la Bucovina, zona sotto la sfera di influenza della geopolitica austro-ungarica.
Il collegamento ferroviario viene completato il 14 agosto 1869: il ponte in legno però non mostra la sicurezza necessaria per problemi tecnici e il rapido deterioramento della situazione geopolitica nei Balcani richiede l'attuazione di una versione definitiva.
Di fronte a questo enorme problema, la gestione delle Ferrovie della Bessarabia chiede aiuto a Gustave Eiffel, uno dei migliori progettisti di ponti ferroviari del tempo.
Arrivato in Bessarabia, esamina il luogo e nella primavera del 1876 il progetto del nuovo ponte è completato. I lavori procedono in fretta, soprattutto perché il ponte sul Prut avrebbe giocato un ruolo importante nella strategia militare della guerra russo-turca.
Per Gustave Eiffel sono gli anni delle prove sperimentali sulle travi reticolari, un nuovo sistema statico che supera i limiti dell’architrave e dell’arco in pietra grazie alla possibilità di sollecitare a trazione l’elemento in ferro. La rigidità e la robustezza dell’insieme è garantita dalla struttura a triangoli, forme geometriche per natura indeformabili.
Dopo dieci anni, Eiffel sfrutterà lo stesso principio dei suoi ponti per costruire quella che rimarrà la sua struttura più famosa: la Torre Eiffel.
Le varie vicende politiche della zona, nel corso degli anni, determinano il cambiamento dello scartamento, a fasi alterne secondo il possesso dell’area, da largo (1524 mm) a quello standard (1435 mm): la particolarità è che attualmente sono conservati entrambi gli scartamenti.
Resta il fatto che la Moldova può vantarsi di avere un’opera unica, ancora non propriamente valorizzata. Il ponte ferroviario sul fiume Prut è attualmente un monumento protetto dallo Stato.