Enogastronomia29 agosto 2019

Birra artigianale, una svolta di qualità per la Moldova

In un Paese dove il luppolo cresce spontaneamente, è un’occasione da sfruttare

Birra artigianale, una svolta di qualità per la Moldova

Il luppolo è un ingrediente fondamentale della birra, assieme al malto, all’acqua e al lievito: gli conferisce l’aroma e il sapore amarognolo che tutti noi apprezziamo. Inoltre, funge anche da conservante naturale, grazie alle spiccate proprietà antibatteriche.

Questo spiega perché certi tipi di birra siano abbondantemente luppolati: in passato, in mancanza di tecnologie sviluppate, l’aumento delle dosi del luppolo era la tecnica più valida per migliorare la conservazione della bevanda. L’uso del luppolo, infine, aiuta a coagulare le proteine in sospensione rendendo più limpida e persistente la schiuma.

Questa sintesi delle funzioni del luppolo nella produzione birraria dimostra l’importanza quale materia prima.

In un Paese dove il luppolo cresce spontaneamente sui margini dei fiumi, nei boschi, tra i rovi e nelle siepi, la birra ha una tradizione molto antica nella regione dei Carpazi-Danubio.

Pur essendo nota già al tempo delle popolazioni geto-daciche, la prima menzione della birra è nel 1402 quando Alexandru cel Bun consegna al monastero di Baia (Suceava) alcuni mulini per la macinatura dei malti in grani per la produzione della birra. Ma sono numerosi i documenti (Alexandru Lăpuşneanu, Vasile Lupu) che da questo periodo in avanti comprovano l’importanza che il consumo di birra aveva in tutti gli strati sociali.

Da allora la birra è diventata tra le bevande alcoliche più consumate in tutto il mondo: negli ultimi anni, il settore è stato caratterizzato da una crescente offerta di birre “artigianali”, nate come reinterpretazione di stili tradizionali che le grandi imprese avevano trascurato, nonché dall’utilizzo di materie prime di qualità, senza aggiunta di cereali più economici dell’orzo, largamente impiegati nelle produzioni industriali.

Si tratta della cosiddetta craft beer revolution: il boom dei microbirrifici ha avuto luogo grazie a significativi cambiamenti culturali e all’influenza esercitata dalle richieste dei consumatori che, educati al gusto e alla qualità, hanno contribuito a orientare le strategie delle imprese verso una differenziazione dei prodotti.

Questo fervore ha permesso ai birrifici artigianali di adoperarsi nell’evoluzione di nuove birre e nuovi stili, oltre che a rivisitare i classici del passato. Grazie a questa effervescenza, il settore si è imposto nel mondo tracciando una rotta che punta verso il rispetto degli ideali di qualità e passione.

Negli ultimi quattro/cinque anni, anche in questo angolo dell’Est, grazie al coraggio di alcuni pionieri, le craft beer stanno suscitando interesse: il consumatore di birra ha acquisito la consapevolezza che gli permette di distinguere tra un prodotto qualitativo e uno creato nell’ottica dei grandi numeri.

Nella capitale, Chisinau, si trovano diversi locali che servono birre di produzione artigianale locale: ma lo stesso discorso vale per Bălți, Puhoi, Ciorescu, Grătiești, Cimișlia, Cahul.

La scena moldava è, comunque, ancora nella fase di esordio: il lato positivo è che nei bar, accanto all’onnipresente lager industriale che in Moldova si chiama “Chisinau”, (come la capitale) compaiono sempre più spesso birre artigianali locali; l’aspetto negativo è che il movimento è un po’ troppo emulativo degli stili “cool” occidentali.

Carlo Policano

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