Luoghi04 ottobre 2019

Il Monastero di Voroneț, la Cappella Sistina d’Oriente – Parte I

Quell’insolito raggruppamento di monasteri patrimonio Unesco in Bucovina

Il Monastero di Voroneț, la Cappella Sistina d’Oriente – Parte I

La Bucovina, il cui nome significa “paese coperto da foreste di faggi”, è una regione situata nel nord della Moldavia (romena), al di qua della Moldova.

Un territorio conteso che, tra ragioni storiche, confini tracciati a matita, spesso in guerra, può risultare confuso perfino agli esperti più pignoli: questa è la Bucovina, divisa a metà tra Ucraina e Romania.

Di tutti i territori che hanno fatto parte della Moldavia, la Bucovina contiene al suo interno le ragioni e i motivi per capire che una parte della sua anima, non quella disegnata dai capricci degli uomini e dalla storia, sta proprio in questi territori: un’identità multipla, un modello di convivenza e integrazione europeista in anticipo rispetto ai tempi, divisa ma a suo modo unita.

Da qui, il Mar Nero è davvero lontano e il Danubio scorre distante, dall’altra del Paese e su un’altra frontiera. Conosciuta per i suoi bellissimi paesaggi, la Bucovina lo è ancor più per i suoi monasteri affrescati, costruiti nei secoli XV-XVI, sotto i principi moldavi Ștefan III cel Mare e suo figlio Petru IV Rareș: un’originale sintesi tra elementi provenienti dalla tradizione architettonica bizantina e altri d’importazione gotica, introdotti da artigiani provenienti da cantieri polacchi o transilvani.

A partire dagli ultimi decenni del XV secolo, questi manufatti andarono assumendo una fisionomia propria, tipica di un’arte “moldava” che potremmo definire “unica”, e mai più ripetuta: una sintesi che si manifesta nella rigorosa distinzione degli spazi interni cui, peraltro, si unisce la tendenza allo slancio verticale degli edifici, l’uso di contrafforti, la presenza di modanature gotiche.

Quest’insolita concentrazione di manufatti risalenti al XV e al XVI secolo, oltre 40, la rendono meta obbligata per l’alto valore artistico di questi monumenti, espressione evidente di uno dei periodi storici più importanti della storia di questa regione.

A rendere unici questi monumenti è la presenza di affreschi che, in alcune di queste chiese, ricoprono integralmente sia le pareti esterne che quelle interne degli edifici, costituendo una testimonianza eccellente quanto originale dell’espressione pittorica europea a cavallo del XV e XVI secolo. Dato il carattere unico e il valore artistico dei loro affreschi, i monasteri della Bucovina fanno parte del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco: i loro colori, come l’Azzurro di Voroneț, il Rosso di Humor oppure il Verde di Arbore, sono diventati celebri in tutto il mondo.

La maggior parte dei pittori medioevali (ignoti) hanno descritto sulle pareti delle chiese, le storie della Bibbia, della Terra e del Paradiso, episodi di vita della Santa Vergine e di Gesù Cristo, storie in merito agli albori dell’umanità e la vita dopo la morte.

Di fronte a tutta questa bellezza, sorge legittima la domanda sui motivi che hanno determinato l’alta concentrazione di tante maestranze in quest’area, anticamente appartenuta al Principato della Moldavia.

Un fenomeno artistico di tale portata non sarebbe giustificabile se non si tenesse conto di un personaggio emblematico che, tra la seconda metà del ’400 e i primi anni del ’500, si distinse per la sua azione di contrasto nei confronti dell’avanzata ottomana, tanto da valergli l’appellativo da parte di papa Sisto IV di “difensore della cristianità” nonché “Atleta di Cristo”: stiamo parlando di Ştefan cel Mare, figlio di Bogdan II, principe di Moldavia tra il 1449 e il 1451.

Di questa straordinaria figura, canonizzata nel 1992, si ricorda l’importante opera diplomatica e di resistenza verso gli invasori, rappresentati dai polacchi e dagli ungheresi nel loro tentativo di espansione verso i territori moldavi, e soprattutto dagli ottomani, principali nemici della cristianità e con i quali Ştefan cel Mare riuscì a stipulare un trattato di pace, nel 1503, permettendo una certa stabilità all’indipendenza della Moldavia.

Carlo Policano

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