Luoghi03 dicembre 2019

Il Parco Centrale di Chişinău

Il parco più antico progettato e organizzato in modo classico della capitale

Il Parco Centrale di Chişinău

A Chişinău, il Parco Centrale non è solo lo spazio pubblico più antico e famoso: è cuore pulsante della capitale, luogo magico, amato e vissuto in ogni stagione dell'anno, spazio cittadino simbolo identitario, altrettanto forte come lo sono la Fortezza di Soroca o il sito di Orheiul Vechi.

Nella storia degli oltre 200 anni di vita, il parco ha cambiato più volte nome: noto oggi come Parco Stefan cel Mare, in realtà il giardino era stato dedicato all'imperatore Alessandro I. Nel 1949 il giardino pubblico prese il nome dal poeta Aleksandr Pușkin e, durante il periodo sovietico, venne chiamato semplicemente Giardino Pubblico della Città.

Pochi sanno che la costruzione di questo parco è dovuta a una donna, moglie del governatore della Bessarabia Behmetev, che suggerì l'idea di creare un giardino pubblico in onore dell'imperatore, che scelse personalmente il luogo.

Il piano, elaborato da Ozmidov negli anni 1816-1817, cominciò ad essere realizzato il 27 aprile 1818 da ingegneri militari russi sotto la direzione di Bogdan Eitner, in quegli anni ingegnere catastale della Bessarabia.

Il parco, che si estende su una superficie di 7 ettari, inizialmente era chiuso da una recinzione di vimini per impedire a mucche, capre e altri animali di entrare al suo interno. La nobiltà di quei tempi era solita passeggiare in questo parco. Così, secondo i documenti del tempo, “nel 1827 furono piantate 4.000 piantine, nel 1829 furono restaurati i padiglioni, nel 1834 furono installate 56 panche, così come la fontana del giardino e, nel 1835, il Giardino fu decorato con fiori, una serra, altalene e giostre”.

Negli anni '60 del XIX secolo fu presa la decisione di realizzare una recinzione in ghisa per il parco, visibile ancora oggi, su proposta e progetto dell'architetto Bernardazzi, che fu realizzata a Odessa. Per impreziosire lo spazio pubblico, nel 1884, dove oggi c’è il cinema Patria-Loteanu, fu installato il busto in bronzo di Pușkin, realizzato dallo scultore А. Opekuşin: negli anni del dopoguerra (1954), il monumento fu spostato al centro del parco in relazione alla costruzione del cinema. Più tardi fu realizzato il busto dell'imperatore Alessandro I, distrutto nel 1918 dopo la Rivoluzione e sostituito con quello di Stalin. All'incrocio tra Bănulescu-Bodoni e Ştefan cel Mare, fu costruita una torre di legno per il primo laboratorio di fotografia a Chişinău. Era un'epoca in cui il parco chiudeva di notte e l’ingresso era a pagamento.

Un altro famoso monumento, costruito durante il periodo interbellico dallo scultore Alexandru Plămădeală (1928), fu quello di Ştefan cel Mare: conservato per anni in Romania per evitare che cadesse in mano ai sovietici, dopo la guerra è stato ricollocato nel parco, ma in posizioni diverse durante gli anni, nel tentativo di allontanarlo dalla strada principale in una posizione meno in vista. Questi provvedimenti furono adottati nel periodo sovietico al fine di ridurre al minimo sentimenti nazionalisti della popolazione moldava. Nel 1972, per decisione di Mosca, il monumento fu spostato più in basso nel parco e il 31 agosto 1989, su un'ondata di entusiasmo patriottico, il monumento tornò nella posizione originale. 

Pochi sanno che dopo la Grande Guerra, in una parte del parco c'era un cimitero militare.

Nel 1958, l'idea del maestro d’arte Fiodor Naumov di creare un insieme scultoreo (Vicolo della letteratura classica moldava), fu sostenuta con il contributo dell'Unione degli Scrittori ed estesa, negli anni a venire, alla parte adiacente la strada 31 August. Nel 1964 fu fondato il Vicolo dell'amicizia, ora dimenticato: in vari momenti, gli alberi furono piantati dagli eroi della Liberazione dall'occupazione nazista e dagli astronauti, tra cui Yuri Gagarin.

Nel 1970 l'architettura del parco iniziò a tendere verso la creatività: le fotografie mostrano una fontana a forma di fiore e altre sculture, ora scomparse, oltre al caffè "Guguţă", simbolo nostalgico d’intere generazioni.

Come tutti i parchi che si rispettano, anche il Parco centrale ha le sue tradizioni popolari, tra le quali quelle che dicono di toccare la testa dei leoni di marmo presenti nel parco, che risplendono per la lucidatura quotidiana di centinaia di mani, aiuti a realizzare il sogno più segreto, o che gettare una moneta nella fontana, che si trova al centro di questo splendido parco, porti fortuna.

Carlo Policano

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