Tradizioni e cultura26 novembre 2019

Manuc Bey

Personaggio singolare e ambiguo al soldo dei russi e degli ottomani

Manuc Bey

Tracciare un profilo di Manuc Bey (in armeno Emanuel Mârzaian), mercante e diplomatico armeno, personaggio chiave per quanto ambiguo della Pace di Bucarest del 1812 nel conflitto russo-turco, non è affatto semplice: figura controversa, a tratti leggendaria, circondata da grande rispetto e prestigio per l’autorevolezza del ruolo rivestito, difficile da decifrare e da riportare alle giuste proporzioni di una verità storica soprattutto quando si coglie quel carattere di avventuriero che contraddistingue alcune sue iniziative.

Di lui si raccontano storie collegate alla sua rapida ascesa: uomo ricco e potente, faccendiere, consigliere di stato dell'Impero russo, proprietario della Locanda di Manuc a Bucarest (Hanul lui Manuc) all’inizio del XIX secolo, è stato una persona ben nota a cavallo dei due secoli XVIII e XIX. Delle sue attività commerciali e politiche sono stati fatti studi e scritte monografie e articoli: le ricerche d'archivio finiscono per essere una fonte importante per capire i diversi aspetti della vita quotidiana di tutta la sua famiglia.

Manuc Bey nasce nel 1769 nella città di Ruse (a quel tempo nell'impero ottomano, oggi città della Bulgaria) in una famiglia di mercanti armeni: si sposa nel 1794 ma, dopo la morte della moglie avvenuta pochi anni dopo il matrimonio, si risposa con Mariam, figlia di un ricco armeno. Dal matrimonio nasceranno sei figli: due maschi e quattro femmine.

Alla morte prematura di suo padre, Manuc rileva l'attività di famiglia. Nei numerosi viaggi a Costantinopoli, riesce ad accumulare considerevoli ricchezze: la città di Ruse diventa il centro commerciale più importante a sud del Danubio sulla strada che collega Costantinopoli alla Transilvania. 

Nel 1806, dopo l'inizio della guerra russo-turca del 1806-1812, Manuc raggiunge Bucarest dopo un breve periodo di rifugio in Transilvania. Nella seconda metà dello stesso anno inizia la costruzione della locanda, innovativa dal punto di vista architettonico, non più fortezza ma Corte principesca.

E’ il momento in cui Manuc inizia a districarsi tra russi e ottomani, traendone il maggior beneficio economico. Nonostante fosse scappato da Costantinopoli, a Manuc vengono affidate la fornitura dell'esercito, il pagamento degli stipendi, il mantenimento delle fortezze del Danubio e il proseguimento dei negoziati con i russi. Poco più tardi, Manuc fa da mediatore tra l'esercito imperiale russo e le truppe ottomane, nonostante gestisse la fornitura di cibo anche dell’esercito russo.

Delegato dei turchi, sfuggito da loro solo per dare l'impressione di essere un perseguitato, più probabile agente della politica imperiale russa, Manuc prese parte ai negoziati del 1812 per l'elaborazione del Trattato di Bucarest tra l'Impero russo e l'Impero ottomano, che ebbe luogo proprio nella sua locanda a Bucarest.

La pace, conclusa dal 16 al 28 maggio 1812, con la resa dei territori in mano agli ottomani, provocò a Istanbul una vivace indignazione, abilmente sostenuta dagli agenti di Napoleone I, imperatore di Francia, che si preparava a iniziare la campagna contro la Russia.

Dopo il Trattato, per il quale fu accusato di tradimento dalla parte turca, abbandona velocemente Bucarest e i suoi numerosi affari: si trasferisce per un breve periodo a Sibiu e subito dopo, nel 1815, in Bessarabia, che era diventata una provincia della Russia, dove acquista per 300.000 lei d'oro la proprietà di Hîncești.

La grande distanza gli impedisce di trarre tutti i benefici dalla locanda, pertanto decide di venderla: muore prima di trovare un acquirente, in circostanze incerte il 20 giugno 1817, probabilmente per un incidente a cavallo, secondo altri ucciso dagli ottomani. Fu sepolto sotto il portico della Chiesa armena a Chişinău, una chiesa che, all'epoca, finanziava in maniera massiccia. Manuc-Bey ha vissuto solo 48 anni.   

Carlo Policano

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