Tradizioni e cultura04 maggio 2018

Il costume popolare moldavo fra Matisse e Yves Saint Laurent

Conosciuta con il nome di “ia”, la camicia con le maniche ricamate rappresenta un tipo di abbigliamento pieno di significati e storia

Il costume popolare moldavo fra Matisse e Yves Saint Laurent

Il termine ia deriva dal latino tunicae lineae, che sta ad indicare una tunica sottile portata a contatto con la pelle. Il termine viene usato solo per le camicie da donna.

L’ia ha una storia antichissima: questo indumento viene nominato fin dal VI secolo su insegne in lingua latina e nel “Glossarium mediae et infimae Latinitatis” di Du Cange, ma non è possibile determinare una data di nascita precisa, anche se si suppone che sia stata indossata per la prima volta dal popolo dei Cucuteni-Trypillian (5500-2750 a.C.). 

I disegni e i ricami, realizzati da bande ornamentali che ricercano l’equilibrio perfetto, rappresentano dei simboli magici che, cuciti con precisione, avevano lo scopo di proteggere chi indossava la camicia dagli spiriti cattivi, dagli incantesimi e dalla malasorte.

Fatta di lino o cotone, ricamata rigorosamente a mano, nel corso del tempo, l’ia ha affascinato pittori, fotografi, designer e personaggi in tutte le parti del mondo.

Così il pittore francese Henri Matisse dipinse nel 1940 "La blouse roumaine", ispirato dalla collezione di ie ricevuto dal pittore romeno Theodor Pallady.        

I dipinti di Matisse diventeranno fonte d’ispirazione per la casa di moda Yves Saint Laurent, che ha inserito l’ia in una collezione di alta moda nel 1981. 

Nel 2006 un altro famoso creatore di moda, Jean Paul Gaultrier, dedica un’intera collezione a questo costume tradizionale, così come recentemente hanno fatto anche altri marchi di alta moda come Kenzo e Max Mara.

Il costume popolare, comune a Romania e Moldova, è dunque un intreccio di tradizione locale, posizione geografica, clima e possibilità economiche.

Si tratta di un emblema di riconoscimento, un segno di identità etnica, un documento con un indubbio valore storico e artistico.

Questo indumento, usato nei giorni di festa, ha accompagnato l’uomo in tutti gli eventi fondamentali della sua vita, dalla nascita alla morte. 

Le giovani ereditavano dalle nonne o dalle madri non solo la tecnica di artigianato popolare, ma anche le preghiere che andavano pronunciate obbligatoriamente prima dell’inizio della filatura della lana, della tessitura o del ricamo.

Ogni parte del modello, dal tessuto stesso agli intricati ricami sul petto e sulle maniche, è interamente realizzata a mano e il design non è cambiato da centinaia di anni.

Carlo Policano

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