Tradizioni e cultura23 novembre 2018

Un po’ di Chişinău a New Orleans: banane, il curioso caso di Sam Zemurray

Colpi di stato e guerre civili: ingredienti per costruire il più grande impero del mondo

Un po’ di Chişinău a New Orleans: banane, il curioso caso di Sam Zemurray

La banana non è un frutto: lo dice Rich Cohen, in una biografia dedicata al re delle banane, l’incredibile imprenditore Sam Zemurray, dai primi carichi clandestini all’attuale impero mondiale.

Cohen spiega che la banana cresce su un albero che tecnicamente non è proprio albero (il punto è che non ha un tronco): i banani appartengono in realtà alla famiglia dei cespugli e quindi, tecnicamente, la banana è un frutto di bosco. Come le more, tecnicamente.

La banana è la seconda coltura al mondo dopo l’arancio: nei paesi poveri essa è il quarto alimento maggiormente accessibile dopo il riso, il grano e il mais. La sua è una storia di migrazioni, che l'ha portata dalle foreste del Sud-est asiatico all'America, fino a diventare uno dei prodotti alimentari più commerciati al mondo.

Prima del 1870 gli statunitensi non avevano mai visto una banana. Ma in quell’anno l’ingegnere ferroviario Minor Cooper Keith esportò dal Costa Rica al porto di New Orleans le prime banane. Tre decenni più tardi, gli USA ne consumavano pressappoco 16 milioni all’anno.

I pionieri dell’impero delle banane non furono né economisti, né contabili, né imprenditori: erano speculatori, avventurieri disposti ad arricchirsi con ogni mezzo, corrompendo politici, favorendo colpi di stato, ponendo fine agli scioperi con le armi.

A primeggiare tra questi è Schmuel Zmurri, nato a Chişinău nel 1877 da un contadino ebreo della Bessarabia. Emigrato negli Stati Uniti, si stabilì in Alabama, dove uno zio possedeva un negozio. E qui che vide la prima banana: verde-oro, ammassata nelle merci, in un periodo in cui il cibo era scarso da rendere preziosa persino una banana.

A 18 anni cambia il nome in Zemurray e inizia ad acquistare a poco prezzo le banane sul punto di marcire del porto di New Orleans, per rivenderle rapidamente nei villaggi vicini. Un’idea redditizia che lo porterà ad avere, a soli 21 anni, 100.000 dollari sul suo conto in banca.

E’ l'inizio di un’avventura che avrebbe reso Sam uno degli uomini più potenti d'America, il capo della United Fruit Company. Negli anni successivi a Sam sarebbe bastata una telefonata, una serie di imprecazioni, un cenno della mano per poter alterare la storia del Sud America.

Sam Zemurray non ha studiato e non parla nemmeno molto bene l’inglese, ma è già pronto per i grandi affari: sposa la figlia del più importante venditore di banane di New Orleans, acquista una compagnia marittima in fallimento e nel 1905 sbarca a Puerto Cortès (Honduras). Qui compra un’altra compagnia sull’orlo del fallimento, la Cumayel Fruit Company.

Nel 1910 è proprietario di 6.000 ettari, ma è indebitato con diverse banche statunitensi. Decide di impadronirsi dell’intero paese al minor costo possibile. Ci riesce l’anno dopo: Zemurray torna a New Orleans, cerca Manuel Bonilla, ex-presidente dell’Honduras in esilio e lo convince ad impegnarsi in un colpo di stato per riprendere il potere.

Nel gennaio 1911, si imbarca a bordo di una flotta corsara in direzione dell’Honduras: il 1 febbraio dell’anno successivo, i mercenari arrivano a Tegucigalpa dove insediano Bonilla al potere.

Nel 1912, Zemurray riceve dal presidente una concessione di 10.000 ettari, libera da tasse, per coltivare banane per 25 anni. Nel 1929, nel pieno della grande crisi mondiale, vende la Cumayel alla United Fruit in cambio di 300.000 azioni valutate 31 milioni di dollari, il che gli permette di rimanere il principale azionista.

Lo speculatore diventa noto come “Sam the banana man” e occupa alte posizioni in seno all’United Fruit fino al 1957, inclusa la presidenza. Nel 1961, a 84 anni, muore vittima del morbo di Parkinson. E’ autore di una frase passata alla storia in America centrale: “In Honduras si fa un affare migliore a comprare un deputato che un mulo”.

Quando morì nel 1961, il New York Times lo chiamò "Il pesce che inghiottì la balena".

Nel 1970, l’United Fruit si fuse con un altro marchio e si chiamò allora United Brands. Nel 1990 cambiò di nuovo nome: al momento è la Chiquita Brands. Con 15.000 ettari in America latina e quasi 14.000 lavoratori, essa continua ad essere un gigante del commercio.

Zemurray era un uomo imperfetto, ma la sua eredità fornisce ancora molte riflessioni. 

Carlo Policano

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