Tradizioni e cultura19 novembre 2019

Aleksander Bernardazzi - Parte II

Le opere e lo strano caso del rapporto con Carol Schmidt

Aleksander Bernardazzi - Parte II

Il centro della capitale è diviso longitudinalmente dal boulevard Ştefan cel Mare: tra esso e il fiume Bâc troviamo la città vecchia pre-imperiale, “partea de jos”, mentre da questo fino alla collina si sviluppa la città costruita in epoca zarista, “partea de sus”. 

Benché la pianificazione della città fosse già stata attuata nella prima metà del secolo XIX, il periodo di sviluppo più significativo coincide con la riorganizzazione territoriale della Basarabia come provincia imperiale (gubernia), attraverso connessioni ferroviarie con le altre città dell’impero e la costruzione di nuove strade, sedi governative, scuole, ospedali. 

Lungo le nuove strade della città zarista, sorgono palazzi eleganti in stile neoclassico che diverranno motivi di vanto per gli abitanti della capitale. In questa città, dal centro rettangolare e dalla pianta perfettamente squadrata, in linea con gli altri centri urbani dell’impero, Alexandru Bernardazzi trova terreno fertile per progettare alcune opere che diventeranno in seguito simboli della città, come la Chiesa di San Panteleimon (1887-1891), luogo di culto della comunità greca, originale struttura che si rifà all'architettura medievale. Situata nel cuore della capitale, questa Chiesa si distingue per l'unità stilistica, la scultura degli elementi costruttivi, l'uso sapiente del materiale da costruzione che, grazie al rivestimento della muratura ad assi orizzontali con pietre di tonalità chiare e scure, ne fa oggi una creazione unica del periodo dell'Impero russo.

Di pari bellezza e caratteri stilistici si presentano altre due opere: la Torre dell’Acqua (1892), prezioso monumento di architettura industriale, realizzato in stile eclettico, con la facciata in blocchi di pietra locale intervallata da file di mattoni con un effetto cromatico realmente piacevole, e il Liceo femminile “Principessa Natalia Dadiani” (oggi Museo d’Arte, 1901). Quest’ultimo frutto di una collaborazione con uno dei rappresentanti dell'ambiente accademico della città, la principessa Natalia Dadiani, che ha finanziato il progetto del Ginnasio e della Cappella accanto (Chiesa di Santa Teodora della Sihla, 1895). Il Museo d’Arte, allineato con la strada, è costruito in stile eclettico, con una forte influenza del gotico fiorentino: all’interno è presente una scala monumentale con tre rampe davvero spettacolare.

Un discorso a parte merita la Duma (Municipio di Chişinău, 1901), probabilmente la creazione più armoniosa a cui ha partecipato l'architetto. Su iniziativa di Carol Schmidt, sindaco della città, venne costruita agli inizi del secolo, su progetto di Mitrofan Elladi (allora architetto della città), con l'apporto di Bernardazzi. L’edificio, la cui facciata è realizzata in stile gotico con elementi rinascimentali, fu distrutto nella seconda guerra mondiale e restaurato solo nel 1951.

Molteplici sono i progetti di Bernardazzi elaborati in questo periodo: tra questi il progetto del Parco Stefan cel Mare (1863), la cui la recinzione in ferro, prodotta a Odessa, circonda il giardino pubblico; parte della Chiesa Armena di Chişinău (1874), la Chiesa Armena (fatta saltare in aria da alcuni militari russi) e il Palazzo di caccia di Manuc Bey a Hîncești (1881), la Cattedrale di Ungheni (1905) e l’Ospedale Psichiatrico di Costiujeni (Codru).

Quando nel 1877 Schmidt passa alla guida della città, Bernardazzi è uno dei migliori architetti dell'Impero russo: la decisione di lasciare Chişinău per andare a Odessa appare quantomeno bizzarra, anche se al momento non c’è traccia, nelle testimonianze del tempo, di un potenziale conflitto e disaccordo con il nuovo sindaco. In questo senso c’è da sottolineare che le opere più importanti di Bernardazzi furono eseguite durante il periodo in cui non era più un architetto di Chişinău.

Un enigma questo, comunque, difficile da risolvere: le richieste e gli appelli ufficiali di collaborazione non mancano, come nel 1883 per problematiche relative all’assetto viario della città o nel 1889 per la costruzione di un nuovo teatro a cui parteciperà ma che purtroppo non sarà mai realizzato.

Carol Schmidt e Aleksander Bernardazzi non hanno avuto un legame diretto e questo, forse, è stato un aspetto negativo per due personalità davvero singolari per l’epoca: tuttavia grazie al lavoro di entrambi Chişinău si è trasformata in una vera capitale moderna e bella.

Carlo Policano

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