Tradizioni e cultura07 febbraio 2020

Ștefan III cel Mare - Parte II

Il principe simbolo della Moldova

Ștefan III cel Mare - Parte II

Ștefan rimase colpito da una scheggia di granata durante l'assalto a Chilia nel 1462: la ferita, mai guarita, peggiorò nel 1486, nella Battaglia di Șcheia. La lesione aveva spinto Ștefan a circondarsi di dottori e guaritori, come il genovese Barbero (1468) o il veneziano Matteo Muriano (1502).

Nel 1503 lo stato di salute del sovrano, affetto dalla gotta e con gamba e mani paralizzate, peggiorò: il 9 novembre, il re d'Ungheria Ladislao II Jagellone scriveva al Doge di Venezia che “il voivoda di Moldavia era tormentato da un vecchio male”. Il 30 giugno 1504 a Suceava i dottori provarono a cauterizzare la ferita alla gamba, ma l’operazione debilitò l’anziano voivoda che morì la mattina del 2 luglio 1504.

Politico lungimirante, Ștefan cel Mare strinse legami con gli stati interessati nella lotta contro l’Impero ottomano, come la Repubblica di Venezia. E’ in questo contesto che avvenne la richiesta di aiuti militari al Governo della Serenissima (1476), poi concessa.

Lo stesso anno, il doge Vendramin ordina a Emanuele Gerardo di recarsi in Moldavia per rassicurare il principe dell’appoggio di Venezia: la missione diplomatica, che durò quattro mesi, nei quali vennero raccolte informazioni sulla situazione nelle aree danubiane e sull’esercito moldavo. Per la prima volta viene instaurato un rapporto diretto tra la Repubblica Veneta e il Principato di Moldavia.

Nell’anno 1502 è segnalata in Moldavia la presenza di Matteo Muriano, medico inviato dal doge Leonardo Loredano per occuparsi della salute del principe e raccogliere informazioni sulla situazione politica e sui rapporti esistenti con i paesi vicini.

Il medico, in una delle corrispondenze con Venezia scriveva che Ștefan cel Mare “è un uomo molto saggio degno di lode, amato dai sudditi perché è paziente e giusto, si presenta fisicamente bene per la sua età nonostante risenta del malanno, che io conto, con l’aiuto di Dio di poter alleviare”. Interessanti sono le valutazioni del medico circa il potenziale economico e militare della Moldavia e i suoi abitanti: “i sudditi sono tutti coraggiosi, agili, più adatti stare sui campi di battaglia che sui cuscini. Il principe dispone di 60.000 uomini valorosi, di cui 40.000 a cavallo e 2.000 fanti. La terra è fertile, bella e ben disposta, piena di animali e provviste alimentari tranne l’olio. Il grano si semina in aprile e maggio, in agosto e settembre si ottengono vini simili a quelli friulani. I pascoli sono molto buoni. In questo paese si potrebbero allevare 100.000 cavalli”.

Meritevoli di nota sono le analisi riguardo alla posizione strategica e ai vantaggi che a Venezia potrebbero derivare da un’alleanza con questo paese: “Da qui si arriva a Costantinopoli in 15-20 giorni, per questo ribadisco umilmente a Vostra Altezza che di qui si potrebbe attaccare ai fianchi il perfido sultano turco. Testimonianze di uomini di fiducia e di mercanti provenienti da Costantinopoli dicono che i Turchi hanno paura sia di Ștefan cel Mare, sia dei cristiani che potrebbero arrivare attraverso la Moldavia”. 

Muriano mori nell’estate del 1503 in Moldavia. La sua missione ebbe il merito di far conoscere la Moldavia e il peso di Ștefan cel Mare nel quadro dei rapporti internazionali del tempo: i suoi rapporti politici della situazione nel Basso Danubio e nell’Europa Orientale, benché ben documentati, ebbero un mero valore informativo in quanto il doge Leonardo Loredano nel 1503 accettò di firmare la pace che il sultano Bayezid II gli aveva proposto l’anno prima.

Se la fede costituisce la base dell’azione politica di Ștefan cel Mare, la diffusione del messaggio cristiano avviene attraverso la costituzione di chiese e monasteri testimonianza di uno sviluppo artistico che non ha avuto eguali nella storia della Moldova. Sotto l’impulso di Ștefan cel Mare, gli edifici religiosi, in una specie di “arcipelago monastico”, con le loro narrazioni pittoriche, sono testimonianza e sintesi di una splendida stagione artistica che ha caratterizzato la storia della Moldavia tra XV e XVI secolo, oggi patrimonio Unesco.

Ștefan cel Mare venne sepolto presso il Monastero di Putna: i turchi, dopo essere riusciti a conquistare Suceava, ne trafugarono il corpo insieme alla sua spada. Il corpo venne restituito solamente nel secolo scorso, mentre la spada si trova tuttora a Istanbul, nel museo del Topkapi. E’ venerato come santo dalla Chiesa ortodossa, che lo ricorda il 2 luglio nel giorno della sua morte.

Carlo Policano

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