Luoghi03 settembre 2019

La Chiesa di Orhei, il fascino di un’opera suggestiva

La singolarità di un monumento nel panorama dell’architettura sovietica

La Chiesa di Orhei, il fascino di un’opera suggestiva

C’è una Chiesa nel centro di Orhei, piccola cittadina nella parte centro orientale della Moldova, lungo la riva del Răut e a 42 km dalla capitale, che ci conquista immediatamente per la sua immagine singolare.

E’ un caso unico, per la latitudine dei luoghi: trovare una chiesa neogotica in Moldova non è proprio così semplice. Ma a Orhei c'è davvero questo piccolo gioiello: si chiama Chiesa dell'Assunzione della Vergine Maria, più di un secolo di vita, un luogo di culto con una storia travagliata. Per ammirare la struttura è necessario recarsi in strada Vasile Mahu, vicino all’edificio “Moldtelecom”.

Il piccolo gioiello ci appare enigmatico e affascinante come solo le architetture neogotiche sanno essere: uno stile che intorno al XIX secolo reintrodusse le forme dell'architettura gotica, quelle che nell'immaginario collettivo ci conducono alle maestose cattedrali, così ricche di virtuosismi costruttivi.

L’architettura gotica sviluppa la verticalità delle forme, spinte fino all’inverosimile. Tale orientamento è associato all’inquietudine e alla volontà di indirizzare l'anima verso Dio: ciò costituirà la base del significato simbolico di questo tipo di architettura, sospesa tra spiritualità ed eresia, tra il cielo e la più terrena sfida alla forza di gravità.

E se una chiesa del genere è una cosa naturale da trovare nelle grandi città europee, per Orhei è davvero qualcosa di speciale, anche se di dimensioni modeste.

Questo luogo di culto nasce come punto di riferimento per la comunità cattolica di Orhei, all’inizio del secolo XIX: i cattolici che vivevano in questo territorio aumentarono a causa di immigrati e coloni, in particolare lituani, polacchi e tedeschi. La maggior parte dei credenti si concentrò a Chisinau: nel 1926, in Basarabia c'erano 12.325 cattolici.

Nel 1904, la comunità cattolica di Orhei si rivolse al governatore della Basarabia con la richiesta per autorizzare la costruzione di una chiesa cattolica romana. Dopo diversi sforzi dei cattolici, le autorità governative della Basarabia assegnarono loro una terra appartenente alla Chiesa ortodossa di San Nicola. I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1911 e furono completati nel 1914.

La chiesa fu costruita con l’aiuto finanziario di Cezarina Dolivo-Dobrovoliskaia, moglie di un militare russo e originaria della Lituania. Morì nel 1924, all'età di 83 anni, e fu sepolta proprio nella cripta di questa chiesa. Due mesi prima di morire, ricevette da papa Pio XI il diploma e la croce Pro Ecclesia et Pontifice. Per strana sorte, il marito non fu sepolto con lei, ma in una chiesa ortodossa nel villaggio di Brăviceni, che anch’egli aveva fatto costruire.

Durante la seconda guerra mondiale, in particolare durante “offensiva Iași-Chișinău”, l'edificio fu danneggiato: il 1 agosto 1946, il consiglio comunale di Orhei, ordinò la chiusura della chiesa, situata sulla via principale della città.

La diffusa persecuzione della Chiesa cattolica romana era direttamente correlata alla politica del sistema sovietico di annientamento della vita religiosa: anche i cattolici della RSS moldava, per lo più di origine polacca, tedesca, ucraina e armena, hanno sofferto questa politica.

L'edificio, passato sotto la direzione distrettuale per l'educazione fisica e lo sport, fu trasformato in palestra. Successivamente fu utilizzato come stazione radio. Dopo il 1990 è stato utilizzato come deposito per Moldtelecom.

Dopo alcuni tentativi di sistemare la struttura, nel 2001, il vescovato cattolico romano di Chişinău iniziò il lungo restauro dell'edificio, fatto con materiale proveniente dalle cave del distretto di Orhei, come era originariamente. L’artefice di questa rinascita fu Evghenii Smolin, l’architetto autore del progetto di restauro.

Il 15 agosto 2008, in occasione della festa dell'Assunzione della Vergine, la chiesa, restaurata, venne consacrata e restituita alla comunità. Il giusto finale per questo bellissimo ed unico esempio, anomalo, di architettura neogotica in Moldova.

Carlo Policano

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